3 luglio 2024
Nella sua rubrica per la serie “By invitation” di The Economist, Pascal Cagni analizza le recenti elezioni anticipate in Francia e le loro implicazioni sulla competitività del Paese agli occhi degli investitori stranieri. Con la crescente ascesa dei partiti estremisti e i primi sussurri di un possibile “Frexit”, il panorama politico francese si trova a un momento cruciale. Tuttavia, le forti riforme economiche attuate dal governo di Emmanuel Macron e l’integrazione della Francia nell’Unione Europea offrono un’importante rete di sicurezza per gli investitori.
Alcuni investitori stranieri potrebbero essere turbati dall’attuale incertezza politica, ma non dovrebbero lasciarsi scoraggiare. La Francia rimane una destinazione di primo livello per gli investimenti esteri, con progressi significativi nei settori della tecnologia, della reindustrializzazione e dell’imprenditorialità. La sua resilienza e il suo ruolo strategico all’interno dell’UE continueranno a favorire la crescita e l’innovazione.
Sebbene il futuro immediato presenti rischi politici, col senno di poi il presidente francese potrebbe essere giudicato più favorevolmente per aver convocato queste elezioni anticipate. È possibile che l’attuale instabilità politica porti alla creazione di un blocco centrale che, con la giusta leadership, possa ridurre la probabilità che i populisti conquistino il controllo sia del Parlamento che della presidenza tra tre anni.
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